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Torniamo al libro di Ivano Dionigi, dal quale          Pensate a come siano state umiliate le parole
abbiamo preso le mosse; in esso possiamo trovare       “amicizia” e “condivisione” dalle piattaforme
anche pagine stupende dedicate all’importanza          social: i gesti quasi sacri di affidare la propria
del linguaggio. Le parole, afferma Dionigi, non         amicizia a qualcuno o di condividere qualcosa con
solo “interpretano”, ma “cambiano” la realtà:          gli altri non possono essere ridotti ad un paio
a quanti usi impropri, mistificati, assistiamo          di click sui bottoni di un profilo digitale.Di
quotidianamente nella comunicazione odierna,           questa manipolazione continua del linguaggio
resa ancora più pervasiva dai nuovi mezzi digitali,    troverete centinaia di esempi nelle bolle di
messa in campo dalla politica e dalle aziende per      comunicazione quotidiane in cui siamo stati
vendere meglio prodotti e idee! Chi è indotto a        confinati (per essere guidati meglio in questo
“parlare male”, è costretto anche a “ragionare male”.  percorso di disintossicazione affidatevi anche
                                                       al bel saggio di Gianrico Carofiglio Della gentilezza
                                                       e del coraggio. Breviario di politica e altre cose, oppure
                                                       al recente La nuova manomissione delle parole,
                                                       riedizione di un libro del 2010, sempre dello stesso
                                                       autore). Per combattere questa incuria e volgarità
                                                       del linguaggio, conclude Dionigi, occorre
                                                       «un’ecologia linguistica non meno urgente di quella
                                                       ambientale». I luoghi privilegiati per compiere
                                                       quest’opera di igiene della lingua e dell’anima non
                                                       possono che essere le nostre scuole, nelle quali
                                                       possiamo tentare di evitare che anche le menti e
                                                       i cuori dei nostri giovani si riempiano di rifiuti.

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