La rigenerazione urbana
Prima di tutto intendiamo salvaguardare i confini che il territorio urbano ha raggiunto. Eviteremo pertanto il consumo di nuovo territorio oltre il perimetro urbanizzato, promuovendo in esso progetti di Rigenerazione Urbana, di riuso e riconversione dell’esistente, che riguardino gli edifici pubblici e privati, da realizzare attraverso la pratica del costruire sul costruito con interventi di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione e nuova costruzione, per migliorare la funzionalità, la qualità architettonica ed energetica del patrimonio edilizio esistente.
Per questo non favoriremo incrementi nell’edilizia residenziale, se non nei casi in cui essi siano strettamente collegati a progetti di edilizia sociale o convenzionata o siano imprescindibili per la realizzazione di opere pubbliche ritenute strategiche per la Città. Simili decisioni naturalmente saranno – come il nostro metodo partecipativo prevede – discusse in assemblee aperte alla cittadinanza.
Un Piano “verde” per l’economia
È nostra intenzione salvaguardare il territorio collinare e i polmoni verdi cittadini, primo tra tutti quello circostante la foce del fiume Tesino, affinché sia conservata non solo la bellezza di quest’area, ma sia soprattutto mantenuta e difesa l’economia florovivaistica che su di essa è fiorita e che, grazie a politiche pubbliche lungimiranti e allo sforzo dell’imprenditoria cittadina, rappresenta un carattere peculiare, un’eccellenza di Grottammare.
Similmente continueremo a salvaguardare il tessuto urbano del Vecchio Incasato, della Marina ottocentesca e della linea di costa, ovvero i nuclei e le direttrici che meglio rappresentano l’identità di Grottammare, poiché plasmati nei secoli dalla storia: un loro stravolgimento, infatti, comporterebbe non solo la perdita di un inestimabile patrimonio di bellezza, ma soprattutto l’aggressione ad un patrimonio preziosissimo di storia, tradizione e cultura del nostro territorio.
Questo responsabile atteggiamento conservativo si è rivelato vincente negli anni, poiché ha permesso alla Città di ottenere ambiti certificati di qualità (come l’inserimento nel club “I borghi più belli d’Italia”), con evidenti ricadute sul settore turistico. Quest’ultimo, infatti, non è stato distrutto dalla crisi economia e finanziaria anche perché ha saputo intercettare insieme ai flussi tradizionali del turismo balneare i nuovi flussi del turismo sostenibile, alla continua ricerca di territori ancora autentici, ben conservati e salvaguardati.
Confermeremo per questo anche il vincolo che impedisce la trasformazione degli edifici turistico-ricettivi in residenziali, una scelta che ha permesso in questi anni di mantenere alte le possibilità ricettive della Città ovvero il numero dei posti letto disponibili. Mentre altrove le stanze degli hotel sono diventate appartamenti, a Grottammare non solo sono state riqualificate molte strutture ricettive, ma ne sono state aperte delle nuove. Favoriremo, invece, le proposte lungimiranti dei privati che intendono scommettere sul settore turistico, concedendo laddove possibile trasformazioni urbanistiche e premialità volumetriche per incoraggiare gli investimenti.
Intendiamo, inoltre, integrare il regolamento edilizio del Comune di Grottammare con un “allegato energetico” che favorisca la riduzione dei consumi di almeno il 30% rispetto a quelli attuali. Il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici potrà essere raggiunto anche attuando serie scelte di “fiscalità ecologica”, prevedendo ad esempio la riduzione del coefficiente IMU nel caso in cui si effettuino interventi di efficientamento energetico certificati.
Un disegno unitario: dal centro alle periferie
La Città che immaginiamo è frutto di un disegno unitario e generale che si estende all’intero territorio comunale, ricucendo centro e periferia, natura e infrastrutture, tessuti urbani consolidati e frammenti urbani di nuova fondazione.
Promuoveremo perciò interventi di qualificazione, rinnovamento e manutenzione delle aree periferiche e di collegamento, prestando una particolare attenzione alla cura, alla riorganizzazione e al miglioramento dei punti di aggregazione collettivi e sociali delle periferie come piazze, parchi e marciapiedi. Particolare attenzione dovrà essere posta alla cura del quartiere Valtesino che, grazie ai progetti in essere, sarà dotato di nuovi spazi di aggregazione, poli per la vita associata della zona in maggiore espansione della Città.
Per le medesime finalità, confermeremo il Piano Città già approvato dalla giunta comunale e presentato alla Regione per ottenere un finanziamento nazionale. Il Piano, che interessa principalmente i quartieri Ischia II e Valtesino, prevede tra l’altro la realizzazione di un parcheggio interrato e uno spazio verde nell’area dell’Istituto scolastico presso Piazza Carducci, la creazione di un nuovo Polo Scolastico prospiciente il Centro commerciale “L’orologio” e edifici di Social Housing nei pressi della Chiesa Madonna della Speranza.
Area vasta e intervento del privato
Tutte le precedenti riflessioni vanno, infine, integrate con due ulteriori considerazioni. Innanzitutto, nella futura pianificazione del territorio grottammarese non si potrà prescindere da una più ampia programmazione di area vasta, superando le inesistenti barriere amministrative che separano luoghi ormai integrati e interdipendenti, come ad esempio la linea di comuni che insistono sulla costa. Si deve ormai comprendere, insomma, come le soluzioni alle questioni del presente, soprattutto dal punto di vista urbanistico, non potranno essere risolte dai singoli comuni, ma dovranno essere affrontate attraverso una strategia di rete che pianifichi il territorio in maniera intelligente e funzionale. Non a caso, questo è l’orizzonte nel quale si sta muovendo la normativa regionale in materia.
In secondo luogo, sarà necessario definire in maniera chiara quale dovrà essere il rapporto di collaborazione con il privato in termini di programmazione del territorio. Su questo punto vogliamo essere molto chiari: non svenderemo il territorio per far fronte alle difficoltà di bilancio. Valuteremo per questo soltanto i progetti che abbiano un’evidente ricaduta positiva sul tessuto sociale e strutturale della Città.