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Analizziamo in questa breve appendice alcuni dati che idealmente andrebbero posti all’inizio:
se è vero, infatti, che la disponibilità di risorse economiche non basta da sola per realizzare
progetti in un Ente locale – poiché servono anche fattori immateriali, come la tensione verso
un ideale, la condivisione e la serenità negli organi politici cittadini, le conoscenze e
le competenze maturate dagli amministratori e dal personale della struttura, l’impegno
e l’abnegazione per superare gli ostacoli e poi, diciamolo, anche un pizzico di buona sorte –
è comunque vero che i dati del bilancio comunale costruiscono la cornice, il perimetro entro
il quale un’amministrazione può realmente operare per il mantenimento e il potenziamento
dei servizi, così come per la manutenzione e la progettazione di nuove opere. Ampliandosi
o restringendosi tale perimetro, si amplia o si riduce di conseguenza, se non l’orizzonte ideale
dell’agire politico, la possibilità pratica di trasformazione della realtà a disposizione di una
amministrazione. Si tratta insomma di un limite, diciamo così, “biologico”, oltre il quale
non è possibile andare, che si complica intersecandosi con altri limiti, quelli cioè dettati
dalla situazione economica del sistema produttivo locale, che è a sua volta potentemente
condizionata dallo stato di salute dell’economia nazionale e internazionale.
Credere, dunque, che il bilancio di un piccolo Comune sia un’isola scollegata dal resto del globo
è una visione molto naïf di come invece il mondo realmente funziona. Un esempio pratico:
prima del 2011, da assessore alla Cultura ho potuto fare affidamento sul doppio delle risorse
destinate al settore rispetto ai mei successivi anni da sindaco. La necessità di ridurre la spesa
complessiva del bilancio – a seguito degli effetti di lunga durata della crisi del 2008 – ha
drasticamente ridotto la possibilità di organizzare alcuni eventi, soprattutto quelli più costosi.
Ciò che prima era possibile, perché compreso in un perimetro più ampio di azione, dopo il
2011 è diventato praticamente impossibile. E questo vale ovviamente per tutti gli altri settori.

A tal proposito, il primo istogramma documenta la riduzione dei trasferimenti statali
attraverso il Fondo di Solidarietà. A partire dal 2013 (proprio nel mio primo anno da sindaco!)
è possibile notare la drammatica inversione di tendenza, che nel 2015 ha raggiunto il punto
più basso: in appena cinque anni, dal 2010 al 2015, lo Stato centrale ha tagliato oltre 3.500.000 €
di trasferimenti, che su un bilancio di 15 milioni rappresentava più del 20% delle entrate
correnti. La composizione media delle entrate in questi dieci anni è rappresentata nel successivo
grafico a torta, dal quale emerge chiaramente che il bilancio del Comune di Grottammare –

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