Page 140 - La_mia_parte
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FOCUS Tossiva dall’altra parte del telefono. Una tosse che
non avevo mai ascoltato, insistente, appuntita, quasi
L’emergenza sanitaria volesse annientare persino l’uso della parola nella
persona che mi stava confessando la sua malattia.
Quando terminai la chiamata, avevo bisogno di
raccontare a qualcuno la sensazione che avevo
provato. Dissi subito a mia moglie: «Ho sentito la
voce del Covid stasera».
Per tutta la durata della pandemia, Bruno Talamonti
e io abbiamo chiamato telefonicamente quasi tutti
i concittadini che contraevano il virus (circa 1800
famiglie). L’ASUR aveva messo a disposizione dei
sindaci un’applicazione che ci aggiornava
quotidianamente sull’esito dei tamponi effettuati,
affinché fossimo consapevoli della diffusione del
contagio nei nostri territori e potessimo offrire un
servizio di supporto materiale e psicologico alle
famiglie che erano costrette a combattere l’infezione.
La persona che quel giorno ascoltai al telefono morì
dopo una settimana. Fu uno dei primi lutti che
piangemmo durante la prima ondata della pandemia.
Il suo mandorlo, insieme a quelli di altri 23
concittadini, è piantato nel piccolo Parco della
Memoria in via Licini. Il mandorlo, simbolo di
rigenerazione e rinascita. Lo abbiamo scelto perché
la memoria delle tragedie scompare presto, non per
egoismo o cinismo, ma per la necessità di sopravvivere,
per poter guardare avanti. Fiorendo ogni anno,
il mandorlo può ricordarci quello che abbiamo
vissuto e le persone che non ce l’hanno fatta.